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.85MADRIGALE XSe l amante si trasforma nell amata, questa non deve dolersidelle parole pronunziate da lui, ché le dice anche lei.S è ver quel che si legge,che l amante in quel ch ama si trasforma,presa l amata forma,101Letteratura italiana Einaudi Luigi Tansillo - Il canzoniereio non son più quel ch era, ma son voi.3Se cosa, dunque, ho detto che v annoi,non incolpate, donna, il parlar mio,ché la diceste voi, non la diss io.7MADRIGALE XILe stelle, non accorgendosi del «proprio danno»,mandan, qualche volta, sulla terra delle creature più belle diloro.S invidia no  l consente,or com il fêr le stelle:mandar qua giù cose di lor più belle? 3Credo che fur sì intentea la bell opra, al dilettoso affanno,che non s accorser del lor proprio danno.6MADRIGALE XIIAd una farfalla, «arsa» dagli occhi della sua donnae morta fra i suoi biondi capelli.1.Quel vago animaletto,che, per gioïr, nel lume volar suole,incauto corse ai raggi del mio sole:e, mentre all alta luce intorno aggira(sì com avviene a chi troppo alto aspira),cadde con l alette arse dal bel foco.Morendo, per scampar cercava loco: 7tesa d Amor vidde una rete d oro,ivi s ascose e lieto disse:  Io moro! Prima ch uscisse fuor de bei legami,ei medesmo, affrettando il suo morire,com uom che vita spregi e gloria brami,morì; ma, in sul morir, fu inteso dire:102Letteratura italiana Einaudi Luigi Tansillo - Il canzoniere Né fu già mai né fiavita più dolce de la morte mia!  852.Deh, volgi indietro il piede,o tu, chïunque sei, deh, non calcarmi!Inchinar ti dovresti ed adorarmi.Bench io sia un vermicciuol che nulla vale,non mi spregiar, se sotto  l pié mi mire,ch io son degno di star sovra le stelle;per l alto fin che la mia vita tenne:ma non s ha l onor sempre al merto eguale.8Fur mia prigion due trecce, le più belleche mai coprisse velo,e  l mio morir da più begli occhi venneche  n bel seren già mai mostrass il cielo.Son morta e godo, perch è tal mio stato,che porge invidia ad ogni cor beäto;anzi, se mi spiacesse un tal morire,i bei capelli e la beltà gradita,che mi diêr morte, mi potrian dar vita.873.S un Icaro, un Fetonteper troppo ardir già spenti il mondo esclama:quel che perdêr di vita, elli han di fama.Di me, farfalla pargoletta e frale,qual fia la gloria tra più vaghi augelli,ch ebbi ardir di spiegar le piccol ale 6al gran splendor de gli occhi e de capelli,ove Amor vinto regna,e col volo cercai morte sí degna?Qual pregio, udendo dire: Ogni farfalla, spenta in sul gioire,103Letteratura italiana Einaudi Luigi Tansillo - Il canzoniereintorno a picciol lume morir suole,quest ebbe morte per gioir nel sole!  834.Fu certo avventurato il morir mio,tra voi morendo, o vaghi e bei capelli,che l ambra fate e l or parer men belli.Ma, s oltre ciò, fra voiun sol dí mi si dava sepoltura,quanto più sería stata mia ventura!Ah, superbo, sfrenato, alto desio, 7che chiedi? Ancor più vôi?Bastar mi dé , se, morta, in me provaiun ben che, viva, non conobbi mai.Io non son morta; anzi, s io ben m accorsi,quando mostrai morire, a viver corsi.O lieto dí! Chi ebbe mai tal sorte?Trovar la vita ascosa entro la morte! 145.Fra le più belle chiome,che mai fusser da ninfa in altra etatein guardia a velo o  n preda a vento date,il viver mio lasciai, né so dir come,perché sí dolcemente a morte corsi,che del morir, morendo, non m accorsi: 6anzi né l un né l altro non scernea,ond io fra me dicea: Dunque, esser può (tanto il piacer m offosca)che né vita, né morte in me conosca?Se morte è amara, e colma di tormento,morta non son, ch è dolce quel ch io sento.12Se vita senza membri non ha loco,104Letteratura italiana Einaudi Luigi Tansillo - Il canzonierecome son viva, s io son arsa al foco?Pur mi conobbi fuor di vita al fine.O bellezze divine,mi date morte e sì dolce e gradita,che non m avveggio s ella è morte o vita!  886.Deh! s al beäto locovolar potessi, ove quel sol risplende,che m arse e ancise, e, morta, ancor m incende,il ben di mia ventura quanto fora!Forse fra il lucid oro e  l vivo foco 5un altra volta ascosa,ond ebbi morte avessi vita ancora.Ché, se col dar la morte, altrui noiosa,tanta dolcezza e tanta gioia s ebbe,dando la vita, or qual piacer s avrebbe? 807.Ogni vita mi spiace,tanto la morte mi diletta e piace:anzi, più nova sorte,ch odio vita per sé, l amo per morte,perché penso a la gioia 5ch ebbi morendo; e, vaga del gioire,vorrei sempre morire [ Pobierz caÅ‚ość w formacie PDF ]

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